Anna la Sonnambula insieme al marito Pietro D’Amico, magnetizzatore, hanno animato il salotti italiani, e non solo, dell’Ottocento, con serate ‘magnetiche’ molto affollate dove, tra bevute, canti e balli, lei si esibiva nelle sue trance.
Sfogliando distrattamente un giornale nazionale del 30 marzo 1891, mi è balzata agli occhi, e non poteva che essere altrimenti essendo collocata a tutta pagina, un’inserzione pubblicitaria rivolta a chi desiderava “acquistare” la salute, dove il verbo “acquistare” non poteva essere collocato a caso. Come fare? Bastava rivolgersi al “Gabinetto Magnetico per Consulti della Sonnambula Anna D’Amico” in via S. Felice n. 4, Bologna.
Anna D’Amico, nata Bonazinga nel 1830, si era trasferita nel 1860 proprio a Bologna con il marito Pietro D’Amico. Lei era sensitiva e guaritrice, mentre lui si definiva professore magnetizzatore, dedito al mesmerismo, molto in voga per tutto l’Ottocento, seguace delle teorie del medico tedesco Mesmer, secondo il quale gli esseri viventi erano attraversati da un fluido magnetico e che individui eccezionalmente dotati potessero utilizzare questi fluidi per fini terapeutici.
Prima di aprire il “gabinetto magnetico” Pietro D’Amico aveva anche fondato la Società Magnetica d’Italia, con la quale venne anche insignito di numerosi riconoscimenti internazionali.
30 anni di successi
Nella pubblicità di cui sopra, si parlava di “30 e più anni di felice successo” e di “100.500 consulti per malattie fatti dalla celebre sonnambula Anna D’Amico”. I consulti “veramente prodigiosi” avvenivano “tanto in presenza che per corrispondenza”, bastava pagare.
Si poteva accedere all’opera della “rinomata sonnambula” dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio, sette ore intense di guarigioni, in quanto, come si legge nell’inserzione menzionata: “sono ora una vera e propria garanzia e confermano sempre la meritata fama che, in unione al consorte rinomato magnetizzatore, prof. Pietro D’Amico, si è solidamente acquistata, e per il merito di tante guarigioni ottenute riceve lettere da tutte le parti del mondo civilizzato, molte lettere di ammalati, desiderosi di riacquistare la salute. Il Professore d’Amico e la sua consorte Anna sono conosciuti, non solo in Europa, ma pure in tutte le principali città d’America che per tre volte visitarono, propagando ovunque la sublime scienza magnetica, che tanto bene reca all’umanità sofferente“.
Gli ammalati prodigiosamente guariti, venivano raccontati come una vera e propria garanzia per tutti coloro che “trovandosi privi di salute – si legge ancora – ricorrono per consulti alla celebre Sonnambula Anna che colla sua chiaroveggenza, sa scrutare gli animi e scorgere le più minute e interne affezioni”.
Con o senza le loro intense campagne pubblicitarie, spendevano in inserzioni circa 3000 lire l’anno (circa 12.000 euro attuali), Anna e Pietro D’Amico avevano un folto seguito di adepti, tra i loro più affezionati seguaci anche personaggi del calibro di Victor Hugo, e molti altri noti esponenti del bel mondo, che non disdegnarono, a suo tempo, di accettare la nomina di membri onorari della Società Magnetica d’Italia”. Nonostante ciò, i D’Amico non passarono indenni da critiche e da contestazioni, non mancarono le denunce alla magistratura e nemmeno le imitazioni. A Bologna divennero infatti attivi altri magnetizzatori e nel 1899 una certa Matilde D’Amico pubblicizzava il suo “gabinetto” a Milano.

La salute per 5 lire
Anna D’Amico rimase comunque per decenni l’incontrastata guaritrice “di un’infinità di mali quali sono – precisa ancora dettagliatamente la pubblicità – le malattie di petto con tosse e sputi di sangue, tendenze alla tisi, palpitazione di cuore insufficienze valvolari, affezioni epilettiche, attacchi convulsivi, piaghe, dolori reumatici, idropisie, asme, febbri intermittenti, malattie degl’occhi, malattie d’utero, del fegato e della milza, malattie cutanee, le sifidi, le scrofolose e molte malattie croniche che solo possono guarire coi rimedi ritrovati, nel sonno magnetico della chiaroveggente sonnabula Anna”.
Era possibile affidarsi al consulto dalla guaritrice di Bologna anche tramite lettera “col nome del malato, dichiarando i principali sintomi della malattia ed inviando un vaglia postale di lire 5,20” (corrispondenti a circa 22,11 euro attuali) per avere un immediato riscontro del male e la relativa cura.
Per chi fosse stato impossibilitato a fare pervenire il vaglia postale, c’era pronta una soluzione che prevedeva la spedizione di 5 Lire e un francobollo all’interno di una lettera raccomandata a Pietro D’Amico, il quale, per parte sua, avrebbe provveduto a consultare la sonnambula e a indicare i rimedi adatti “a far loro riacquistare la desiderata salute”.
Anna Bencivenga D’Amico morì il 31 ottobre 1906 e il suo funerale solenne venne celebrato nella Chiesa di San Procolo e il corpo tumulato nella Certosa dove, unica bolognese, è ricordata con due monumenti. Una memoria è collocata nel Chiostro VIII, un’altra si trova nel Chiostro Annesso al Maggiore, portico est.
Maria Giovanna Trenti – MIria Burani ©
Foto in alto: Anna Bonazinga (1830 – 1906), “Esempio di sante virtù fu la chiaroveggente più rinomata del secolo XIX”. Certosa di Bologna, Chiostro VIII. © Museo Risorgimento Bologna – Certosa.
Si ringrazia il Museo per la gentile concessione