Il padre, che ricoprì importanti cariche amministrative, dovette spostarsi per lavoro in numerose città italiane portando con sé la famiglia. Nonostante terminasse la carriera con l’onorifico titolo di Prefetto, le grandi passioni di Efisio furono però la poesia e soprattutto l’enigmistica, in cui raggiunse notorietà nazionale tanto da essere definito “il più valoroso precursore della scuola moderna”.
In questo suo interesse coinvolse Maria Anna e Maria Teresa, mentre Giuseppe e Rosalia, gli altri figli, fecero scelte più tradizionali, l’uno la carriera statale e l’altra il matrimonio.

Logogrifi ed enigmi per Maria Anna
Maria Anna (Cagliari 1835 o 1836-Pisa 1909) fu un’ottima enigmista e con gli pseudonimi di Amneris, Ermengarda, Galeazzo, Luigia Andreoni, collaborò per decenni a molte pubblicazioni del settore, prediligendo logogrifi ed enigmi. A lei si deve l’invenzione (1895) della sciarada progressiva.
La sua presenza fu una costante nella rivista quindicinale (otto pagine) fondata dal padre a Pisa nell’agosto 1878 l’Iside in Alfea, un sogno che ebbe vita davvero breve. Cessò infatti di uscire nel luglio dell’anno successivo.
Anna Maria si occupò anche di temi non enigmistici, con una produzione letteraria piuttosto ampia, almeno stando alle fonti familiari, ma manca un catalogo delle opere. Con fatica abbiamo rintracciato una sua biografia su padre Agostino da Montefeltro, singolare figura di predicatore francescano fondatore della Figlie di Nazareth, un racconto a puntate Dall’Elba a Buenos Aires, comparso nel 1890 sul settimanale torinese Il Giovedì. Letture Familiari Illustrate pubblicato dalla casa editrice Speirani, per intenderci quella che aveva lanciato Salgari, e una leggenda in versi, Aurina, dal gusto decisamente horror, pubblicata su Pisa Albo Unico Artistico Letterario Musicale del giugno 1880. Pubblicò anche su altre riviste dell’editore Speirani.

A lei dedicò uno splendido sonetto enigmistico Giulio Cesare Serafini, uno dei migliori anagrammisti italiani della prima metà del Novecento.
Morì a Pisa nel 1909 e fu sepolta nella tomba di famiglia eretta nel Cimitero Monumentale della città toscana.
Di “zia Marianna” abbiamo un tenero ricordo, reperibile sul Web, di un “nipote” (in quasi tutte le famiglie c’è una “zia” per antonomasia) “la più colta, la più energica, la più attiva. Curava essa esclusivamente l’andamento della casa, attendeva in particolar modo alla cucina, nella quale si riteneva, e lo era, competentissima […] scriveva versi, sciarade, novelle, racconti che i giornali letterari allora in voga pubblicavano e talvolta premiavano […] padrona del latino, del greco, della matematica. Sapeva a memoria tutta la Divina Commedia, il Canzoniere del Petrarca, il Tasso e tutti i maggiori altri poeti. Aveva un cuore d’oro: ci amava tutti di un affetto intensissimo e tutta la sua vita fu un sacrificio di sé stessa agli altri. E dalla vita non ebbe altra gioia che quella del lavoro”.
Maria Teresa in arte Aida
Pur condividendo casa, destino e interessi con Marianna, la sorella minore Maria Teresa (Cagliari 1839- Orbetello 1924) aveva un carattere e un approccio alla vita molto diversi: Anch’essa coltissima, intelligente, scrittrice di valore, era però, sempre nelle parole del “nipote”, molto chiusa e severa, forse perché amareggiata dalle traversie familiari e dal venire meno di tutti i suoi cari.
Autodidatta come la sorella, era in grado di scrivere versi apprezzabili in francese, inglese, spagnolo, ma, forse proprio per le sue caratteristiche personali, pubblicò molto meno, anche sulla rivista paterna, cui pure collaborò con lo pseudonimo di Aida. In questa compaiono anche due poesie di natura non enigmistica.
Viene citata inoltre quale collaboratrice letteraria del Pisa Albo Unico Artistico Letterario Musicale.
Morì ad Orbetello dove è sepolta nel locale cimitero.
Foto di copertina – Le sorelle Maria Anna e Maria Teresa Pintor Mameli in due ritratti dalla storia familiare disponibile sul sito web http://www.feniceinform.com/mameli/notizie-di-famiglia-integrate.pdf
Maria Giovanna Trenti ©