Oggi continuiamo con le donne e l’enigmistica e parliamo di Maria Lina Tarabla. Di lei, come di numerosi altri enigmisti (anche uomini in sana par condicio), abbiamo scarne notizie biografiche, come accade solitamente per tutte le persone “normali”, che, pur animate da forti passioni, conducono vite lontane dai riflettori.
La Tarabla è però figura emblematica per almeno due ordini di motivi: la sua carriera personale ci offre interessanti squarci sull’insegnamento superiore nei decenni centrali del secolo scorso ed inoltre rappresenta uno dei molti insegnanti prestati all’enigmistica.

Gli studi e l’insegnamento
Maria Lina nacque a Pinerolo il 10 settembre del 1915 e di certo frequentò il Liceo Classico, vista la successiva scelta universitaria. Può darsi che abbia frequentato il locale Liceo Porporato, la scuola “storica” del territorio.
Nel 1934 si iscrisse all’Università di Torino dove frequentò il corso in Lettere classiche, laureandosi, con tempistica perfetta, il 21 giugno 1938.
Appena un anno e mezzo dopo la troviamo a Gallipoli, dove, secondo l’Annuario del Ministero della pubblica istruzione per il 1940, insegnava al locale ginnasio (l’Istituto XXVIII ottobre) in qualità di supplente di italiano, latino, greco, storia e geografia.
Dalla Puglia rientrò quindi in Piemonte dapprima a Saluzzo e poi a Pinerolo dove fu per moltissimi anni stimata insegnante con cattedra ginnasiale al Liceo Classico Porporato, tanto da venirne definita “la memoria storica”.

Le pubblicazioni e l’enigmistica
Nel 1945 curò per l’editore Paravia la pubblicazione delle lettere di Sant’Ignazio di Antiochia e la lettera e il martirio di San Policarpo, molto probabilmente un lavoro collegato alla tesi di laurea.
Morì il 14 giugno 2007 e, come testimonia un trafiletto sulla rivista Penombra, fu attiva e lucidissima sino all’ultimo.
Dal 1980, forse prossima o addirittura alla conclusione del percorso lavorativo, si dedicò all’enigmistica, in particolare ai rebus che firmava con lo pseudonimo di Berenice. Collaborò con le riviste Enimmistica Moderna e il Labirinto.
Suoi erano soprattutto molti di quei rompicapi che dalle pagine della Settimana Enigmistica avrebbero dovuto rilassare noi poveri solutori della domenica durante una pausa, un viaggio in treno, le ferie, ma che più spesso ci procuravano un terribile senso di inadeguatezza e un leggero mal di testa.
Maria Giovanna Trenti ©