DONNE d’Auto – E’ difficile credere che in un mondo prettamente declinato al maschile, proprio le donne abbiamo avuto un ruolo determinante nello sviluppo e nella diffusione dell’automobile.
E’ difficile crederlo, ma è accaduto, a cominciare dalla straordinaria avventura di Bertha Ringer, maritata Benz.

Bertha era nata il 3 maggio 1846 da una famiglia benestante. Fanciulla dai lineamenti delicati: occhi dolcissimi, lunghi capelli, biondi, una figura minuta, Bertha aveva però un carattere caparbio e volitivo, che aveva manifestato fin da giovanissima.
Anche quando, giunta in età da marito, decise che avrebbe sposato quell’ingegnere così strano, con la testa persa sempre altrove, nessuno riuscì a farle cambiare idea.
La famiglia Benz e gli investimenti di Bertha
Bertha Ringer e Carl Benz si sposarono Il 20 luglio 1872. Il 1º maggio dell’anno seguente nacque il primogenito Eugen, al quale seguì dopo soli 18 mesi il secondogenito Richard. Nel 1877 nacque la terzogenita Klara, e poi Thilde nel 1882 ed Ellen nel 1890.
Se dal punto di vista familiare la situazione appariva felice, non era lo stesso sul versante economico.
Carl, era un ottimo progettista, ma per quanto riguardava gli affari lasciava molto a desiderare, tanto che, a seguito di diverse vicissitudini imprenditoriali, le condizioni finanziarie della famiglia erano a dir poco disagiate e non si intravvedevano all’orizzonte prospettive per eventuali miglioramenti. Tra continue battute di arresto e leggere risalite, l’unico filo conduttore erano le ristrettezze economiche, che sconfinavano spesso nella fame, e l’esposizione al ridicolo sociale.
Benz Patent Motorwagen
Bertha, dal canto suo, aveva ormai investito tutto il suo patrimonio. La cospicua dote che aveva chiesto al padre, ancora prima del matrimoni, aveva permesso al marito di costituire l’azienda e realizzare le il progetto automobili e di costruire le prime Benz Patent Motorwagen : un’autovettura a tre ruote a raggi grandi, ma sottili, che venivano mosse da un motore monocilindrico orizzontale a quattro tempi di circa un litro di cilindrata, con una potenza erogata di 0,8 cavalli.
Dopo anni di duro lavoro, il 29 gennaio 1886 venne registrato un brevetto con il quale Carl Benz poteva definirsi l’inventore dell’automobile, ma nonostante che questo importante obiettivo fosse stato finalmente raggiunto, l’obiettivo raggiunto, la situazione non migliorava. Nel garage sotto casa erano parcheggiate tre macchine inutilizzate e nessuno era interessato ad acquistarle. La gente era un po’ intimidita, a tratti anche impaurita, da quella diabolica invenzione, che produceva strani rumori e sputava fumo. La situazione era veramente difficile anche perchè ai problemi economici si stava aggiungendo un preoccupante stato depressivo di Carl Benz che stava ormai pensando di arrendersi.
Così la mattina del 4 agosto 1888, Bertha, che oltre ad essere la moglie di Carl Benz era anche la sua socia in affari, decise che era giunta l’ora di prendere in mano la situazione. Senza avvisare nessuno, chiudendosi la porta alle spalle, si disse: “Adesso vado da mia madre“.

Il primo viaggio in automobile della storia
Scese le scale, aprì la porta del garage, salì su una Benz Patent Motorwagen, caricò i due figli maggiori, Eugen e Richard e partì dalla sua casa di Mannheim in direzione Pforzheim, il paese nel quale vivevano i suoi genitori. Arrivò a destinazione dopo poco più di 100 chilometri e solo al suo arrivo a Pforzheim, inviò a Carl un telegramma per avvertirlo che sarebbe rientrata in giorno dopo.
Il viaggio, oggi sarebbe semplice, ma all’epoca richiese molto coraggio e una discreta creatività per sopperire ai diversi problemi meccanici ai quali Bertha si trovò di fronte.
Le strade, fino ad all’ora utilizzate solo per i cavalli, erano disastrate e non certo idonee al passaggio delle automobili; i tempi di percorrenza erano lunghi per la bassa velocità del mezzo, ma furono soprattutto i guasti che misero a dura prova la sua tenacia e la sua competenza tecnica, ma servirono per evidenziare i difetti e mettere a punto la vettura.

Dovette fermarsi a fare rifornimento. Il primo rabbocco avvenne nella farmacia di Wiesloch per acquistare della ligroina, una benzina solvente che serviva per alimentare la Patent-Motorwagen, si fermò poi da un calzolaio, per riparare la pelle della ganasce del freno. Quando ebbe problemi con un condotto del carburante ostruito, utilizzò uno spillone del suo cappello per ripristinarlo e al momento che si verificò un problema a un cavo di accensione, utilizzò l’elastico delle calze come isolante per risolverlo.
Al ritorno Bertha, a bordo della sua Patent Motorwagen compì un diverso percorso, leggermente più breve, ma non meno difficile.
Bertha Benz è stata la prima persona al mondo compiere un viaggio sulla lunga distanza, una gita fuori porta, insomma, che ha mostrato al mondo cosa si poteva fare con un’automobile. Non è difficile immaginare come tutti i giornali dell’epoca sottolinearono la strabiliante prova di coraggio di Bertha e la notorietà della sua impresa contribuì ad avviare la vendita di diverse autovetture, risollevando così le sorti economiche della famiglia.

Bertha Benz se ne è andata nel 1944 e nel 2016 è entrata a far parte nella Automotive Hall of Fame, come prima automobilista della storia, accanto a suo marito e ad altri illustri personaggi, del mondo dell’automobile.
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Maria Giovanna Trenti ©